Il sindaco della città di Cantù, in provincia di Como, vuole querelare il quotidiano Repubblica per un articolo pubblicato martedì 12 maggio che il sindaco accusa di essere stato inventato: le contestazioni del sindaco sono state raccolte da un altro quotidiano, Libero (che per differenti schieramenti politici ha frequenti attriti con Repubblica), in un articolo firmato da Francesco Borgonovo, dopo che ne aveva scritto la stampa locale.


Cantù da due anni di “un raduno di ispirazione neonazista organizzato da Forza nuova”.
L’articolo di Repubblica era presentato in prima pagina e occupava all’interno l’intera pagina 22 col titolo “Il bimbo di quattro anni che fa il saluto fascista «I genitori lo correggano o lo cacceremo dall’asilo»”. La storia era appunto quella di un bambino che in un asilo di Cantù sarebbe solito salutare con il saluto romano: alla richiesta di spiegazioni da parte degli insegnanti, i genitori appositamente convocati avrebbero spiegato che quella è l’educazione che hanno deciso di dare al bambino, raccontandosi vicini a idee politiche fasciste. L’autore dell’articolo – Paolo Berizzi, giornalista che scrive sul quotidiano con grande frequenza – associava la storia, concludendo, allo svolgimento a Cantù da due anni di “un raduno di ispirazione neonazista organizzato da Forza nuova”.
Ma il sindaco di Cantù ha detto a Libero – in un articolo pubblicato giovedì – di avere contattato tutti i dirigenti scolastici del suo comune in seguito alla lettura della storia e di non aver trovato nessun riscontro o informazione rispetto alla storia, che su Repubblica non era raccontata con nessuna citazione di fonte o dettaglio puntuale – salvo il nome di Cantù – ma come se fosse stata riferita da uno degli insegnanti dell’asilo, a giudicare dal racconto. Il sindaco Claudio Bizzozero era chiamato in causa da Berizzi come quantomeno indulgente nei confronti del raduno neonazista, a cui si sarebbe presentato per un “saluto ai camerati”.
L’ipotesi a cui allude Libero è che Berizzi (che già in passato era stato accusato di avere “inventato” un’intervista, e aveva risposto sul sito di gossip Dagospia, e altri fatti) possa non avere verificato a sufficienza un racconto di seconda mano raccolto durante una presentazione a Cantù di un suo libro dedicato ai nuovi movimenti fascisti.