Quattro miliardi e mezzo, un fiume di denaro – spesso provento di attività illecite – passato dall’Italia alla Cina attraverso money transfer di Firenze e Prato dal 2007 al 2010: ora l’inchiesta per riciclaggio si allarga e la procura di Firenze ha indagato la filiale di Milano della Bank of China insieme a quattro suoi dirigenti. Secondo le accuse la banca avrebbe violato le norme antiriciclaggio, rendendo possibile l’illecito trasferimento in Cina di denaro ricevuto dalla società finanziaria “Money2Money”, per un totale di 2,2 miliardi di euro. Bank of China avrebbe incassato da queste operazioni un totale di 758mila euro di commissioni. In particolare, i quattro dirigenti sono sospettati di aver permesso alla finanziaria di inviare denaro in Cina nascondendo sia la reale provenienza sia la destinazione e consentendo il frazionamento di cifre enorme in piccole somme di 1.999 euro, sotto il limite di 2mila euro consentito dalla legge. Le indagini finora avevano portato, attraverso tre operazioni, all’arresto di 24 persone, mentre altre 581 sono state denunciate. Per la procura di Firenze il denaro riciclato rappresentava parte dei proventi dovuti a evasione fiscale, appropriazione indebita, sfruttamento della manodopera clandestina, commercio di merce contraffatta ed altri reati.