Su Firenze: ” A livello cultruale ti da la possibilità di arricchirti ogni giorno, a livello umano è gratificante. I fiorentini sono un po’ polemici ma hanno grande cuore. Chi nasce ha Firenze ha un animo buono. Fin da quando sono arrivato ho capito che sarebbe stata la mia città. Professionalmente è stimolante lavorare qua, il fiorentino vuole sempre qualcosa in più. Anche la polemica però smette nel momento in cui la squadra ha bisogno.
Sull’esperienza con la Fiorentina e sul suo addio: ” Ho vissuto 5 anni meravigliosi, sono state stagioni bellissime, ricche di gratificazioni sia professionali che da un punto di vista umano. Non porto rancore per come è andata a finire, ma mi è capitato, così come la Nazionale di non vedere più una partita della Fiorentina per diverso tempo: provavo la stessa sensazione di quando ti lasci con una ragazza”.
Sul rapporto con la proprietà: ” Ci siamo incontrati alla Finale di Coppa Italia lo scorso anno, dovremmo rivederci a cena. Avrei qualcosa da chiedere ma il nostro rapporto va avanti bene”.
Su Montella e il suo addio:” Ha dimostrato di essere un bravo allenatore. Merita un dieci da un punto di vista professionale. Il suo addio simile al mio? Ci può essere qualche analogia, ma credo che le situazioni siano differenti”.
Su Salah: ” E’ stata una sorpresa per tutti, sia per i tifosi che per le altre squadre. Ha dimostrato di possedere grandi mezzi, è stata l’arma in più a tutti gli effetti, ha avuto una rendita eccezionale”.
Sul salto di qualità della Fiorentina: ” Credo che con programmazione e unione di intenti si possa stare vicino alle grandi, come successo alla mia Fiorentina.Ho sempre detto che Firenze, potenzialmente, vale qualsiasi altra città italiana per l’amore, la passione e il sostegno che dimostra alla squadra”.
Su come costruire un progetto vincente: ” Per vincere bisogna avere dirigenti in campo tutti i giorni, accanto ai giocatori e agli allenatori, in modo tale da vedere crescita, sbagli e margini di miglioramenti della squadra. Arrivare a fine settimana serve a poco”.
Su Giuseppe Rossi: “Da tifoso vorrei vederlo in campo il primo giorno di ritiro. Da uomo mi aspetto solo una parola con cinque lettere”.
Su Gomez: ” Il suo palmares non può essere buttato via. Credo che il suo problema sia stata la difficoltà a inserirsi in un sistema di gioco in cui si attaccava magari facendo 3-4 passaggi in più. Mi ricorda un po’ il mio Luca Toni, un attaccante che ha bisogno di 7-8 cross in poco tempo per poter fare male”.
Su Babacar e Bernardeschi: ” Sono due giocatori con prospettive illimitate. Babacar è maturato, si merita fiducia. Bernardeschi ha grandi abilità, rende meglio sull’esterno, ma può essere micidiale anche in campo aperto”.
Sul Basilea e su Paulo Sousa: ” La squadra svizzera ha giocato un calcio pregevole in Europa, per atteggiamento e mentalità. Paulo Sousa attua un 4-3-3 molto dinamico. Spero che possa inserirsi bene a Firenze, senza stravolgere l’ossatura della squadra in maniera eclatante ma immettendo pian piano le sue idee”.
Sul suo ritorno a Firenze in futuro: ” Non c’è una risposta precisa, dico solo che cinque anni fa pensavo che non sarei mai andato via. Certi amori possono ritornare, ma l’importante è che ci sia sempre amore, come il mio”.