“Io non ho mai mandato un ragazzo lassù quando ero Presidente”: sono le dichiarazioni in un’intervista al Corriere Fiorentino dell’ex giudice Piero Tony, intervistato a proposito della vicenda Forteto e degli affidamenti alla comunità. Le affermazioni dell’ex presidente del tribunale dei minori sono smentite dagli atti ufficiali. Il documento che pubblichiamo – con gli omissis per ragioni di privacy – riguarda proprio l’affidamento di due fratelli avvenuto nel 2004, quando Tony presiedeva il tribunale dei minori di Firenze. Il decreto non nomina il Forteto, ma gli affidatari del fratello maggiore – peraltro indicati con errori ortografici – fanno parte della comunità, tanto che si tratta di due degli imputati al recente processo, entrambi assolti dalle accuse di maltrattamenti. L’altro bambino invece è affidato ad un’altra donna che viveva al Forteto e di cui omettiamo il nome perché si tratta di una vittima, parte offesa al processo. Anche il maggiore dei due fratelli si era costituito parte civile. Dunque i documenti ufficiali confutano le affermazioni di Tony: in almeno un caso ha “mandato lassù”, al Forteto, dei minori. Un provvedimento fondato fra l’altro su motivi gravissimi: abusi sessuali commessi sui due bambini nella famiglia d’origine. Ma al Forteto non sarebbe andata meglio: secondo la recente sentenza di primo grado, Rodolfo Fiesoli in seguito abusò del più grande dei due ragazzi, quando non aveva ancora sedici anni.