E’ l’unico che arriva sempre al momento giusto, non sbaglia un colpo, ogni sua canzone arriva quando ne hai bisogno: parola dei fan per i quali un concerto di Vasco è “una necessità”.
Ogni concerto una storia a sé. Il Live Kom’015, un marchio di fabbrica per lo spettacolo rock più potente ed emozionante al mondo, è incentrato quest’anno sulle canzoni dell’ultimo album, “Sono Innocente”, multiplatino e il più venduto del 2014.
“Ci saranno molti pezzi dell’album nuovo, quindi non sarà un concerto celebrativo: ci metterò anche il mio passato, ma con uno sguardo al futuro. Al Vasco di domani”.
Partendo dall’album nuovo, recupera dal passato soltanto i brani complementari al discorso di oggi. Per un totale di circa 28 brani e due ore e mezza circa di show. E a proposito di richieste da parte dei fan, che le vorrebbero sempre tutte, Vasco dice:
“Le canzoni che non ci sono, sono tra le righe”
Otto nuovi brani guidano una set list piena di sorprese, “tanta roba, tanta”. L’attacco è duro: “Sono innocente ma..”, “Duro incontro” e “Deviazioni”, manifesto da stadio (“credi che basti avere un figlio, per essere un uomo e non un coniglio”, l’album è il mitico Bollicine, 1983).
Effetti speciali spettacolari per l’inizio, sulle note della maestosa suite Zoya di Dmitri Shostakovic: 8 enormi pod costellati da una miriade di luci (di diversa tipologia) colorate, si alzano dal palco a mo’ di sipario, lentamente scoprono la band e Vasco al centro, fino a creare un tetto luminoso.
36 anni di palco, 17 album. Il suo primo concerto il 26 maggio 1979 in piazza Maggiore a Bologna: “Eravamo più noi sul palco che la gente sotto. Avevo convocato per quell’occasione tutti i miei amici a suonare con me…”.
Dopo il debutto a Bari, il Live Kom ‘015 approda allo Stadio Franchi di Firenze per un altro, doppio, concerto, il 12 e 13 giugno. E la band di oggi è “la migliore al mondo”. Heavy oriented oggi, come allora: 2 le chitarre, Stef Burns e Vince Pastano, Claudio Golinelli al basso, Will Hunt alla batteria (componente degli Evanescence, è arrivato nel gruppo un anno fa), Alberto Rocchetti (il Lupo maremmano) alle tastiere, Andrea Innesto (Cucchia) al sax, Frank Nemola alla tromba e Clara Moroni, “la Ferrari del rock”, ai cori
Vasco canta rock dentro le canzoni come nei primi anni 80.
Usa il registro ironico, il rewind analitico, non ha paura di mettere i pezzi dell’ultimo disco davanti agli inni di una carriera. Il metal, anche prog, è la via di fuga dalla routine sonora per lui, Elmi e la band.
“Scrivo canzoni per gioco, faccio dischi per scherzo, poi quando salgo sul palco faccio sul serio”.
Un gioco serio, un suono duro: il primo blocco si compone di 11 brani che si susseguono con un filo sottile che li lega uno all’altro, fino a “Credi davvero”, la seconda sorpresa ( ripescata dal rivoluzionario album “Vado al massimo”, del 1982): “non sono gli uomini a tradire ma i loro guai”… Parte subito dopo “Guai” la hit radiofonica del momento che già tutti conoscono a memoria.
Il blocco si chiude con una divertentissima “Blues della chitarra sola” che dal vivo si conferma uno dei pezzi forti dell’album.
Potente il dialogo tra le due chitarre, Stef Burns e Vince Pastano, il basso dell’inconfondibile Gallo (al secolo Claudio Golinelli) e la batteria di Will Hunt. Vasco si destreggia sicuro tra di loro.
Spazio alla band con Interludio 2015 e Rockstar.
Il secondo blocco riserva un’altra sorpresa e una novità di straordinaria intensità emotiva: una parentesi unplugged che vede protagonisti Vince Pastano alla chitarra acustica e il Gallo al contrabbasso. Vasco al centro interpreta “Nessun pericolo per te” – “E..” – “L’una per te” e (sorpresa nella sorpresa) “La noia”.
Durante l’esecuzione si avvicinano gli altri componenti della band: Clara Moroni, ai cori, Stef con la chitarra acustica, Andrea Innesto al sax e Frank Nemola alla tromba.
Emozioni allo stato puro per un momento che dura circa una decina di minuti e si chiude con la power ballad “Quante volte”, brano portante dell’album.
Il blocco prosegue rock con alcuni immancabili come “Stupendo”, “C’è chi dice no”, “Sballi ravvicinati” , “Vivere” per concludere con “Come vorrei”, ancora una hit nuova e “Gli angeli”.
Il mash up: un medley prog rock che sulla base di “Delusa” vede intrecciarsi “T’immagini”, “Mi piaci perché” (altra chicca ) e “Gioca con me”.
Il sogno: il blocco finale si compone di tutte hit, a cominciare da “Sally” per finire con “Siamo solo noi”, “Vita spericolata” e “Alba chiara”
L’(astro)nave metal è pronta a decollare e… ”volerai su con me”.
36 anni di palco (“non ho 63 anni ma 36 anni di palco”)
Da deejay radiofonico a “rocker”, passano un paio di anni. Terminata la pionieristica avventura della radio ne inizia un’altra, nel 1978, con la pubblicazione del suo primo album “Ma cosa vuoi che sia una canzone”. Nasce così il rocker (…alla ricerca di una band…) che si consoliderà in 9 album di brani che diventeranno storici grazie al passaparola di circa 200 concerti all’anno.
Ancora una importante svolta nella sua carriera artistica, nell’89 con l’album “Liberi Liberi” che chiude un’epoca; nel 1990 la consacrazione a rockstar con “Fronte del Palco”, 10 e 14 luglio, due memorabili date: i suoi primi 2 stadi sold out, San Siro, a Milano, e Flaminio a Roma.
E’ la prima volta che un italiano batte “a suon di rock” la concorrenza di rockstar d’oltreoceano del calibro di Madonna e dei Rolling Stones, …i suoi idoli!
Continua a giocare alla rockstar in tutti questi anni in cui pubblica altri 8 album (per un totale di 17 con “Sono Innocente”.
Senza Vasco Rossi la musica italiana non avrebbe riempito gli stadi, è stato il primo e festeggerà il suo record anche quest’anno a San Siro, per la 22a e 23a volta.
Ma non sono solo numeri, biglietti, record, gli stadi più di un album raccontano ogni volta in modo diverso il tuo mondo, tutto il tuo mondo, dalla trasgressione giovanile alle bellissime rughe di un rocker che ha vissuto e ha ancora molta voglia di vivere, quindi per due mesi all’anno, causa tour negli stadi, fa vita da atleta.