Un rapporto sessuale consenziente, poi il litigio: è la ricostruzione fatta agli investigatori da Diaw Cheik Tidiane, il 25enne senegalese fermato stanotte per l’omicidio di Ashley Olsen. Il giovane ha detto che, dopo il rapporto, Ashley avrebbe cercato di mandarlo via da casa in modo brusco dicendo che stava per tornare il fidanzato. Lui avrebbe risposto: “Non sono mica un cane”, e l’avrebbe spinta facendole battere la testa. Secondo la procura, che ha contestato a Cheik l’omicidio volontario aggravato, il 25enne avrebbe colpito alla testa l’americana oppure gliela avrebbe fatta sbattere su una superficie, strangolandola poi con un laccio o una catenina.
Diaw Cheik Tidiane, immigrato irregolare giunto a Firenze da qualche mese, non è uno spacciatore a differenza di quanto emerso in un primo momento. Si manteneva facendo piccoli lavoretti, ad esempio distribuiva volantini pubblicitari per le discoteche. Viveva in un’abitazione nel centro di Firenze, insieme al fratello che risulta estraneo ai fatti. Gli investigatori sono arrivati a lui da alcune testimonianze e dalle immagini di una telecamera che lo aveva inquadrato mentre andava a casa di Ashley in via Santa Monaca. Sembra infatti che Cheik abbia incontrato la vittima la sera dell’omicidio e che lei lo abbia invitato nel suo appartamento. Il giovane ha portato via dal monolocale il cellulare della vittima, e nei giorni successivi all’omicidio lo ha pure usato inserendovi la propria sim. Già ascoltato in questura, aveva fornito un alibi fasullo, sostenendo che la notte dell’omicidio fosse rimasto a casa. Il riscontro definitivo che ha portato all’arresto è stata la prova del dna estratto dalle tracce biologiche isolate sul luogo del delitto.