SULLA DIVERGENZA TECNICO-SOCIETA’ – “Penso che in situazioni come quella successa a Firenze tra tecnico e società urge dare un esempio, ricompattando l’ambiente prima possibile. La proprietà deve incontrare il suo allenatore e rispondere punto su punto altrimenti risanare delle frazioni diventa complicato. Quando un allenatore è d’accordo all’80% non è il 100%. Risanare è importante perchè quando la società è vicina all’allenatore si crea un sodalizio invincibile. Tutto deve essere sempre condiviso concordato e pianificato tra le parti. Non dimentichiamo che ci sono allenatori aziendalisti e altri come Sousa che non hanno problemi ad esternare il proprio pensiero e a mettere in piazza argomenti che sarebbe meglio tenersi in casa. Ecco, questi sono aspetti che una società dovrebbe mettere in chiaro con l’allenatore fin dalla firma del contratto e probabilmente tutto ciò non c’è stato.
SUI RINFORZI INVERNALI – “Penso che i giocatori arrivati a gennaio non sono seconde scelte, andrebbe però capito se c’era la possibilità di anticipare a giugno alcune delle strategie attuate solo ora. Di Mammana se ne dice un gran bene perchè per l’età che ha è dotato di gran personalità, autorevolezza, sa difendere ma anche impostare. Tello è uno che ti dà qualità nei 40-50 metri della fase offensiva, ma se gli chiedi di difendere perde molto e secondo me non è capace di farlo a differenza di Bernardeschi che in questi mesi ha avuto modo di imparare”.
SULLA ROSA – Gli undici titolari possono lottare fino alla fine, l’ho sempre sostenuto. Quando ti manca uno di questi pezzi è difficile riproporre il sistema di gioco di sempre, dunque è meglio apportare qualche modifica e mi pare che la Fiorentina ora lo stia facendo. Questo perchè i giocatori non hanno le stesse caratteristiche. Comunque conforta che la squadra è sempre squadra, fa sempre la partita. Anche a Bologna, nonostante l’inferiorità, ha mantenuto equilibro, ha fatto la gara, è andata in vantaggio”.
SULL’INTER – E’ già sentita di suo e la gente di Firenze come a solito darà il proprio contributo straordinario. Non dimenticherò mai la gara col Bayern quando Oddo, all’uscita dal tunnel, disse a Ribery: “Guarda che pubblico, questi partono già dall’uno a zero”. Con l’Inter è una gara delicata in sè, la Fiorentina deve essere pronta a cambiare sistema di gioco a seconda di come si metterà la partita. La Fiorentina ci arriva con una condizione psicofisica migliore. Ha l’obbligo di fare la partita, un po’ come fece a San Siro all’andata. Ma sono convinto che l’Inter non subirà come a Milano, avrà preso le controindicazioni.
SU BABACAR – Bisogna vedere cosa gli chiede l’allenatore. A volte noi vogliamo cose che loro non si sentono di fare e neppure provare. Può essere anche un discorso di maturazione. Quando l’ho allenato io era ancora un ragazzino ma con qualità straordinarie. Era completo e lo ha dimostrato anche lontano da Firenze (in serie B a Modena, ndr). Da quando è tornato potrebbe averlo messo in crisi il fatto di non essere considerato titolare”.
SU KALINIC – Pochi sanno che lui non si è mai fermato, dunque un calo fisico ci può stare.
SU ZARATE – E’ un talento, con grandi colpi, sfacciato, ma da un punto di vista della condizione non è al top: è da ultimi 20 minuti
SU PEPITO ROSSI – Se aveva bisogno di giocare ha fatto bene ad andare via
SULLA ROMA – Luciano è una garazia di serietà, professionalità e ha portato una ventata di serenità che in quell’ambiente serviva. L’esperienza all’estero gli è inoltre servita per purificarsi dal clima del calcio italiano. Il discorso del finto centravanti che lui aveva inventato con Totti ora lo sta riproponendo con Perotti. Sì, la Fiorentina deve temere la Roma per il discorso terzo posto”.
L’ANEDDOTO DI VENEZIA – Avevo 27 giocatori a disposizione, troppi. Nonostante le rassicurazioni di Zamparini di sfoltire la rosa si restò così. Ad ogni allenamento ero costretto a fare tre gruppi di lavoro. Un giorno chiamai Manierio e Bettarini, capitano e vice, e dissi loro: ‘Oggi niente tattica, prendete le casacche, fate le squadre e si gioca’. Tornarono dopo mezz’ora dicendomi che era complicato visto che erano in 27; li invitai a riflettere su fatto che io dovevo fare i conti con questa cosa tutti i giorni”
SUL MINICICLO DI FUOCO – Bisogna pensare di domenica in domenica. Ora soffermiamoci all’Inter, poi si guarderà a cosa ci aspetta dopo.
SU JUVE – NAPOLI – Il Napoli sta facendo un campionato straordinario. Può andare a Torino determinato e convinto, ne ha tutti i mezzi. Vedremo una partita non tattica, ma un vero e proprio braccio di ferro con due sistemi di gioco nitidi.
SU RANIERI – E’ una rivincita per tutti gli allenatori che cercano di trovare il proprio destino attraverso la qualità e la professionalità. Ha trovato giocatori con motivazioni straordinarie e lui è stato bravo nel non volerci mettere parecchio del suo.
SU SARRI MANCINI – Gli allenatori devono guardare l’arbitro, la propria squadra e non il collega. Sono state dette cose pesanti, e loro sono due persone serie e capaci dunque non si dovrebbe arrivare a tanto. Parentesi non bella.