La cooperativa il Forteto, chiamata in solido con gli imputati a risarcire le vittime secondo la sentenza dello scorso giugno, finora non ha pagato. E’ per questo che l’avvocato di una delle parti offese, cui spettano 200mila euro, ha ottenuto il pignoramento dei conti correnti della coop. La conseguenza è che ieri mattina, nel corso di un’assemblea dei lavoratori del Forteto, è stato comunicato che non saranno pagati gli stipendi. Se il Forteto liquidasse i risarcimenti, i conti sarebbero subito sbloccati: ma non pare questo ad ora l’intendimento della cooperativa, che confiderebbe in un ribaltamento della sentenza in appello. Dunque il clima è teso, secondo quanto riferiscono i lavoratori “dissidenti”, quelli che hanno lasciato la comunità di Rodolfo Fiesoli, in alcuni casi hanno denunciato il “profeta” e i suoi seguaci, ma che ancora lavorano nella cooperativa. E’ teso anche perché, nell’assemblea dei lavoratori, un sindacalista avrebbe espresso giudizi poco teneri proprio nei confronti della vittima che ha chiesto il pignoramento, quasi come se il blocco degli stipendi fosse colpa di chi ha denunciato. Gli stessi lavoratori fuoriusciti dalla comunità si sentono per l’ennesima volta additati come responsabili dei guai del Forteto. Di fatto lo stop ai pagamenti rischia di approfondire il solco che si è creato tra i “dissidenti” e dipendenti “esterni”, oltre a mettere in difficoltà l’operatività economica della cooperativa. Il presidente della coop Ferdinando Palanti, contattato da Repubblica, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.