Avrebbero imbrattato oltre un migliaio di spazi a Firenze, tra muri di palazzi, luoghi di culto, vagoni di bus treni e tramvia: sono sei i graffitari denunciati dalla polizia municipale di Firenze a seguito delle indagini scattate la scorsa estate, e adesso rischiano una condanna fino a tre anni di carcere, qualora venga formulata l’imputazione per danneggiamento aggravato. Il lavoro della municipale, tramite un gruppo speciale di investigatori, è stato certosino: prima un’analisi degli attacchi dei vandali per mappare le zone più colpite (come piazza dei Tre Re, via Pandolfini, via dell’Ulivo) e poi il censimento delle “tag”, le firme dei graffitari, e delle “crew”, le sigle che indicano gli imbrattamenti collettivi da parte di gruppi di amici. In questa fase delle indagini sono state individuate circa 120 tag e 17 crew tra le più ricorrenti. Poi sono iniziati pattugliamenti, raccolta di testimonianze, appostamenti, raccolta di immagini degli impianti di videosorveglianza, ma non solo: gli agenti hanno pure scandagliato il mondo dei social e delle immagini postate, arrivando a collegare in alcuni casi le tag a un nome. Quindi dai singoli graffitari si è cercato di risalire ai “leader”: è quanto avvenuto ad esempio con una crew che aveva tappezzato di scritte treni e facciate di palazzi, come avvenuto nel centro fiorentino tra agosto e settembre scorsi. La municipale ha individuato così uno degli “astri nascenti” del panorama fiorentino, vero riferimento per gli adolescenti che si avvicinano a tale “arte”. L’identificazione del soggetto e del suo partner ha portato alle prime due perquisizioni, nelle quali oltre a considerevole materiale informatico (circa 90 giga di immagini, rubriche telefoniche e messaggi), ha portato anche al sequestro di una discreta quantità di marijuana.