Le indagini sull’omicidio di Ashley Olsen, la 35enne americana uccisa all’alba dello scorso 8 gennaio nel suo appartamento in via Santa Monaca, portano nuovi indizi a carico di Cheik Diaw, il senegalese di 26 anni arrestato con l’accusa di omicidio. Secondo i quotidiani stamani in edicola ci sono due elementi che rafforzano le accuse contro il giovane: il primo, indirettamente, è l’esame sulla lunga ciocca di capelli ritrovata tra le mani della vittima. Quei capelli appartengono alla stessa Ashley, che forse se li è strappati nella lotta con l’assassino, e non sono assolutamente indizio della presenza di un’altra persona sulla scena del delitto. L’altro elemento viene ancora dalle telecamere di videosorveglianza, con le immagini che smentiscono la ricostruzione offerta da Cheik: il senegalese soteneva di aver lasciato l’appartamento di Ashley alle 9.30 dell’8 gennaio, quando in realtà uno degli occhi elettronici lo riprende mentre esce dal portone verso le 11.30. Non solo: le telecamere hanno inquadrato anche la borsa della vittima, della quale Cheik aveva dichiarato di non saper più nulla. Anche un tassista, ascoltato, ha confermato di aver preso Cheik a bordo non alle 9,30 come da lui dichiarato ma alle 11,57.