Vuoi aprire una nuova attività alimentare o di somministrazione nel centro storico di Firenze? Dovrai assicurare un 70% di prodottio di filiera corta o del territorio. Lo prevede il disciplinare del nuovo regolamento per la tutela e il decoro del centro storico. Il regolamento è stato votato a gennaio dal consiglio, il disciplinare è stato approvato ieri in giunta e riguarda i nuovi ristoranti, bar e negozi alimentari dentro la cerchia dei viali. Con prodotti a filiera corta si intendono quelli nati in Toscana e che attraversano al massimo due intermediazioni commerciali prima di arrivare al consumatore. Quelli “tipici” sono invece i prodotti agroalimentari toscani certificati con i marchi europei di denominazione di origine protetta (Dop) e indicazione geografica protetta (Igp) o appartenenti al catalogo dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat). Dunque niente nuovi ristoranti giapponesi nel centro di Firenze? Stop alla cucina francese? Non esattamente: è prevista la possibilità di deroga su presentazione di singoli progetti che saranno valutati caso per caso da una apposita commissione tecnica. Gli elementi di valutazione saranno la qualità dell’allestimento di vetrine, insegne e interni, la tipicità dei prodotti venduti o somministrati (nazionale o internazionale), la qualità delle materie prime utilizzate, l’innovatività e originalità del progetto, l’integrazione con l’identità del tessuto storico, architettonico e commerciale della città e le modalità di gestione dell’attività. Alle stesse regole, valide fin da subito per i nuovi locali, dovranno adeguarsi entro tre anni anche le attività di vendita, mentre sono “salve” quelle dove si fa somministrazione.
“Vogliamo che a Firenze vinca la qualità – ha detto l’assessore Giovanni Bettarini – Non possiamo lasciare che il commercio venga completamente stravolto, perché è una parte del valore e dell’identità di questa città”.