Sotto le unghie di Ashley Olsen, l’americana uccisa in via Santa Monaca il 9 gennaio scorso, ci sono tre dna: quello della 35enne, quello di Cheik Diaw – il senegalese in carcere con l’accusa di omicidio – e quello del fidanzato della vittima Federico Fiorentini. Sono i quotidiani locali stamani a dar notizia dell’esito del test effettuato. Cosa significa? Per i legali di Diaw sarà l’occasione per avanzare una ricostruzione diversa sulla dinamica dell’omicidio (il senegalese ha ammesso la colluttazione con Ashley, ma sostiene di averla lasciata in casa ancora viva). Per gli investigatori invece non cambierebbe una virgola: le immagini delle telecamere hanno permesso di documentare i movimenti di Cheik, quando è entrato e quando è uscito dall’appartamento dove è stata uccisa l’americana, e secondo loro l’accusato avrebbe fatto tutto da solo. Nessuna prova invece della presenza di Fiorentini sulla scena del crimine, l’uomo del resto ha un alibi verificato fin dalle prime battute delle indagini. Il suo dna sotto le unghie di Ashley si potrebbe dunque spiegare con la “contaminazione” del cadavere avvenuta quando Fiorentini, scoprendo il corpo della fidanzata, ha effettuato un tentativo di rianimazione sperando che fosse ancora viva.