Torna a complicarsi il caso dell’omicidio di Ashley Olsen, l’americana uccisa l’8 gennaio scorso nel suo monolocale di via Santa Monaca in Oltrarno. Finora gli investigatori avevano collocato il decesso della donna tra le 9.20 e le 11.15, ovvero nel periodo in cui era in casa con Cheik Diaw, il senegalese oggi in carcere con l’accusa di omicidio. Ma per la perizia medico-legale, come riferisce stamani La Nazione, la morte è avvenuta in un periodo che va dalle 9 del mattino e le 15, con una maggiore probabilità per l’arco orario 12-12.30. Trenta minuti in cui l’indagato non era più nell’appartamento, come dimostrano i fotogrammi delle telecamere di sicurezza. Certo, Ashley potrebbe essere morta dopo le 12 ma a seguito di un trauma precedente. Eppure, secondo la perizia, la causa principale del decesso sarebbe l’asfissia e la botta alla testa solo una concausa: ma, sostiene la difesa di Cheik, lo strozzamento provoca una morte immediata. Ascolta il giornalista della Nazione Stefano Brogioni ospite a Casa Carlotta.