La rivolta cinese all’Osmannoro di ieri? “Non del tutto spontanea” secondo Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, che in un’intervista a Lady Radio ha analizzato la dinamica della clamorosa protesta: carabinieri e ispettori intervenuti per un controllo rinchiusi dentro un capannone, stessa sorte per i volontari intervenuti con l’ambulanza, poi l’arrivo di oltre quattrocento orientali fuori dal piazzale dell’azienda, il lancio di oggetti, la carica per disperdere il manifestanti, i feriti sia tra i cinesi sia tra le forze dell’ordine. “Premesso che non faccio di tutta l’erba un fascio – spiega Calleri – il comportamento di ieri, con la reazione ad un controllo di legalità, ricorda molto le reazioni che si vedono in alcune zone d’Italia ad altissima densità mafiosa”. Per questo “bisogna indagare a fondo, perché ieri ho sentito un forte odore delle triadi” ed è necessario “intensificare i controlli”. Calleri non vuol sentir parlare di “accanimento” nei confronti della comunità orientale: “Va ripristinata la legalità, non posso dare a nessuna comunità, né italiana né straniera, la possibilità di controllare un territorio senza che nessuno possa entrare da fuori”.