Una lettera aperta per denunciare quello che sta accadendo al Forteto dopo la sentenza d’appello e per togliere la fiducia al consiglio d’amministrazione della cooperativa eletto all’unanimità la scorsa primavera: l’hanno diffusa otto soci “dissidenti”, gli stessi che il 22 aprile avevano votato a favore del nuovo cda. Ma gli ultimi eventi hanno fatto perdere del tutto la fiducia nei vertici a Gino Calamai, Grazia Vannucchi e altri sei soci. Nella lettera contestano che “la dirigenza strumentalizzi l’assoluzione” dello storico ex presidente Stefano Pezzati “senza minimamente preoccuparsi delle sue responsabilità”. Lo stesso Pezzati, scrivono gli otto, nell’assemblea in azienda di giovedì scorso è stato reintegrato nell’organigramma aziendale con “incarichi di gestione e di controllo della contabilità”; lo stesso organigramma vede anche ruoli di responsabilità per soci condannati in secondo grado (Mauro Vannucchi, Elena Maria Tempestini e Francesco Bacci secondo quanto riportato dal Corriere Fiorentino). I “dissidenti” si dicono poi convinti che alcuni membri della comunità del Forteto lavorino per quest’ultima e si vedano raramente al caseificio, per quanto siano stipendiati dalla cooperativa. “Il tanto declamato rinnovamento – si legge nella lettera aperta – si pone l’unico obiettivo di far mantenere alla comunità, forte della maggioranza dei soci della cooperativa, il controllo dell’azienda”. Una posizione, quella espressa dai soci ribelli, destinata a infiammare ancora di più il dibattito in consiglio regionale sul Forteto che avverrà probabilmente mercoledì: si discuterà della relazione approvata dalla commissione d’inchiesta bis che, fra le altre cose, chiede il commissariamento della cooperativa. Ma le conclusioni della relazione non convincono una buona parte del Pd che si appresta a dar battaglia.