Un ricorso al Tar, una richiesta di risarcimento per mancati incassi da 18 milioni di euro più il danno d’immagine: è la sfida di McDonald’s al Comune di Firenze, “reo” di aver impedito alla catena di fast food di aprire un negozio in piazza Duomo. La notizia della possibile apertura aveva acceso il dibattito in città all’inizio dell’estate, poi il sindaco Nardella si era detto contrario e la commissione di Palazzo Vecchio aveva rigettato la proposta della multinazionale del panino. Infatti per le nuove aperture di ristoranti nel centro storico si deve applicare il regolamento Unesco, che impone l’uso di prodotti tipici toscani e a chilometro zero nei menu. Con possibilità di deroghe in casi particolari: quella chiesta da McDonald’s, appunto, fu respinta dalla commissione apposita. Il ricorso da una parte ricostruisce proprio la trattativa con Palazzo Vecchio, riscontrando un’opposizione “pregiudiziale e ideologica, tipica del contesto fiorentino” oltre che “contraddittoria”. Ma la multinazionale attacca al cuore lo stesso regolamento Unesco, chiedendone l’annullamento al Tar. Secondo il colosso dell’hamburger, il comune avrebbe violato il diritto d’iniziativa economica privata “che ha protezione di rango costituzionale”, oltre alle direttive europee e alla liberalizzazione del commercio targata Mario Monti.