Un’organizzazione che costringeva a prostituirsi almeno una decina di ragazze in via Forlanini e in via Pellas: questo hanno scoperto le indagini, coordinate dal pm Leopoldo di Gregorio, dopo più di un anno di intercettazioni, pedinamenti e appostamenti. Le manette sono scattate – tra Italia, Francia e Albania – per otto persone di nazionalità albanese, sette finite in carcere e una ai domiciliari, mentre per altri due indagati è scattato l’obbligo di memora. A capo dell’organizzazione ci sarebbe un 37enne, che gestiva lo sfruttamento delle giovani dal carcere dov’è recluso in Albania. Il gruppo controllava il territorio: le lucciole che non facevano parte dell’organizzazione venivano aggredite e allontanate, a meno che i loro “protettori” non pagassero un “affitto” di 300 euro al mese per un posto sul marciapiede. I rapporti con i clienti, per un costo dai 30 ai 100 euro, avvenivano in auto o in alcuni appartamenti affittati dagli sfruttatori in via Pellas, dove i condomini avevano denunciato con esposti il via vai sospetto. Per sorvegliare le ragazze, gli sfruttatori arrivavano persino ad arrampicarsi sugli alberi per controllare il numero di clienti agganciati. Il procuratore capo Giuseppe Creazzo ha spiegato che le indagini proseguiranno con l’ascolto delle prostitute, tutte albanesi tra i 20 e i 30 anni.