La zona a traffico limitato così non va: ne sono convinti negozianti e artigiani che abbiamo intervistato in Oltrarno, nella zona di via Sant’Agostino e via Maffia. La stretta sulla circolazione dei veicoli scattata un anno e mezzo fa sta assestando un duro colpo al tessuto delle botteghe storiche superstiti, già provate negli ultimi anni dalla crisi, dal proliferare di supermercati e negozi etnici e dai grandi cambiamenti della residenza nel centro. La ztl ha blindato l’Oltrarno ai non residenti dalle 7.30 alle 20 (dalle 7.30 alle 16 il sabato). Un provvedimento invocato da chi vive sulla riva sinistra del centro di Firenze, ma che ha dato risultati solo parziali: a fronte di un miglioramento della vivibilità nelle ore diurne, la sera l’assalto dei veicoli e la sosta selvaggia rende difficile trovare un posto negli stalli teoricamente riservati ai residenti. Ma d’altra parte, invece, negozianti e artigiani lamentano la difficoltà di farsi raggiungere da quella clientela che non risiede nell’Oltrarno. E’ il caso dell’enoteca di Giuseppe Pucci: “Gli affari per me sono calati del 50%. La crisi può aver influito per il 25%, il resto è la difficoltà a entrare: io vendo vino, un cartone se uno non passa con l’auto non lo compra, non lo porta in bus o a piedi”. “Si vende meno della metà rispetto a due anni fa”, si sfogano Roberto e il figlio nel vicino negozio di casalinghi. Anche il cambio di senso di circolazione in via Sant’Agostino e i nuovi percorsi dell’Ataf hanno avuto un peso: “prima la fermata era proprio qui davanti”. Il lavoro non manca a Simone Beneforti, restauratore di opere d’arte in legno, ma continuare a farlo in via Maffia è complicato: “I clienti hanno enormi difficoltà a raggiungerci, spesso devono scaricare e riprendere la merce fuori da Porta Romana e io la trasporto da lì alla bottega e viceversa”. Commercianti e artigiani non chiedono di abolire la ztl: “Senza la zona a traffico limitato l’Oltrarno diventerebbe il parcheggio del centro”, è convinto Marco Sarri, che vende materiale elettrico. Ma lui come molti pensano che per dare un po’ di ossigeno alle botteghe serve introdurre finestre orarie al mattino o nel primo pomeriggio con libero accesso alle auto dei non residenti. Una sperimentazione che sembrava imminente un paio di mesi fa, ma che poi sembra essersi arenata. Commercianti e artigiani chiedono allora di rispolverare l’ipotesi e di testarla nel periodo dello shopping natalizio. Ascolta dal gr del mattino.