La procura ha aperto un fascicolo per turbativa d’asta sulla gara di appalto che fu bandita dal Comune di Firenze per la valorizzazione dell’ippodromo Le Mulina alle Cascine. Gli indagati sono cinque, tra cui Simone Tani, ex assessore e dirigente di Palazzo Vecchio oggi in forza al Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica), che all’epoca dei fatti era membro della commissione che aveva assegnato la gara alla Pegaso srl. Altri tre degli indagati sono Guo Sheng Zheng, Oliviero Fani e Luisa Chiavai, amministratori della Pegaso. Ma nel registro c’è anche Massimo Cortini, uno dei soci del raggruppamento temporaneo d’imprese (Rti Park, Lives) che aveva partecipato alla gara uscendo sconfitto. Il fatto davvero singolare è che il raggruppamento perdente fece ricorso e ottenne l’annullamento della prima gara bandita dal comune, ma poi incredibilmente non si ripresentò in occasione del nuovo bando lasciando così strada spianata alla Pegaso. Perché? Una risposta era arrivata dall’inchiesta del Sito di Firenze, che era entrato in possesso di una scrittura privata tra vincitori e sconfitti. Le altre potrebbero arrivare adesso dall’indagine e dai suoi sviluppi. Nel frattempo i progetti attesi con l’aggiudicazione del bando non sono mai decollati: l’unico evento organizzato all’ippodromo, Flora Firenze, è stato un flop colossale, mentre l’unica stagione di concerti estivi programmata è saltata.