Potrebbe insinuarsi nel vostro computer e accendere la webcam o il microfono a vostra insaputa, per intercettarvi. Sarebbe in grado di frugare nei vostri documenti. Probabilmente riuscirebbe a carpire la password dell’home banking. Saprebbe persino controllare il vostro telefonino. Ma non lo fa, almeno che non abbia il permesso dei diretti interessati. Gianfranco Ciotti infatti è un “penetration tester”, una sorta di “hacker buono”. I privati per cui lavora, di solito aziende, lo autorizzano a cercare di violare la sicurezza dei loro sistemi informatici, per scoprire falle e vulnerabilità e poter rimediare prima che qualche malintenzionato ne approfitti. Sfrutta in modo etico e legale le sue competenze per combattere i pirati informatici, ma anche per insegnare alle persone normali quali rischi si possono correre e come ci si può difendere. Dalle controindicazioni di un uso troppo disinvolto di Facebook o di Whatsapp, fino ai pericoli meno noti. Pochi si rendono conto che qualsiasi dispositivo elettronico può essere violato. E che un hacker è in grado di bloccare le serrature di tutte le camere di un hotel, di passare messaggi pubblicitari sul display del frigorifero. Persino controllare un frullatore può tornare utile ai malintenzionati. E si potrebbe far sterzare a distanza un’auto che percorre velocemente un rettilineo, provocando un incidente. Riascolta dal gr del mattino.