“Il 70-80% dei frequentatori di palestre usano o hanno usato gli steroidi anabolizzanti”. Non avrà valore statistico la stima dell’atleta intervistato da Armando Colotta, un fiorentino che ricorre a questi farmaci per scolpire il fisico. Eppure rende l’idea di quanto sia diffuso il ricorso ai vari derivati del testosterone. Stanazolo, nandrolone, oxandrolone: “bombe” che permettono di gonfiare e definire i muscoli, con risultati irraggiungibili col solo allenamento, ma che provocano effetti devastanti sulla salute. Questi ormoni dovrebbero trovare impiego nella cura di alcune malattie, ma negli anni la loro vendita ha avuto un impennata che non si giustifica se non con un utilizzo in ambito sportivo. “Si era arrivati al punto che su 100 scatole di farmaci vendute, appena cinque servivano per curare patologie”. Tutto il resto era destinato al doping. Con l’esplosione del fenomeno c’è stata una stretta sulla commercializzazione di questi medicinali, e le forze dell’ordine hanno incastrato diversi “pusher” che lucravano sulla vendita di steroidi: “A Firenze i pusher hanno avuto quasi tutti dei problemi”, racconta l’atleta, ma i traffici si stanno adesso spostando online. “Comprare gli anabolizzanti su internet è facilissimo, basta consultare un motore di ricerca o inserirsi nei gruppi di discussione. Paghi con il bitcoin o con donazioni fittizie”. Ad alimentare questo commercio elettronico, sostiene l’atleta, sono soprattutto i paesi dell’est: “Sono di solito persone che lavorano nelle ditte che producono questi farmaci”. Però “rischi parecchio se ti beccano. E rischi anche di finire truffato”. Ma se sai dove cercare, il commercio elettronico può essere persino conveniente: “Un multidose costa dai 50 ai 150 dollari, mentre al mercato nero tradizionale si paga 200-250 euro”. E di soldi ne girano parecchi: “Un principiante spende quasi un migliaio di euro a trimestre, un professionista anche 2mila euro al mese”. Ascolta dal gr del mattino.