Tre ore e mezzo per leggere punto per punto i motivi del ricorso presentati dalle difese, 89 per il solo Rodolfo Fiesoli: si è aperta così ieri a Roma la prima udienza in Cassazione del processo Forteto, l’ormai noto caso giudiziario che verte sulle violenze sessuali e i maltrattamenti compiuti nella comunità mugellana sugli ospiti, in particolare ragazzi affidati dal tribunale dei minori. Con la mattinata dunque interamente occupata dalla relazione del giudice Vito Di Nicola, la sentenza non poteva che slittare: arriverà probabilmente il 20 novembre (o comunque subito dopo), quando ci sarà l’udienza con gli ultimi interventi delle difese e poi si riunirà la camera di consiglio. Ieri pomeriggio c’è stata la requisitoria del procuratore generale Ferdinando Lignola, che ha chiesto di convalidare per intero la sentenza della corte di appello di Firenze (15 anni e 10 mesi per Fiesoli, 6 anni per Luigi Goffredi, condanne da 1 anno e 8 mesi fino a 3 anni e due mesi per altri otto imputati), ad eccezione di alcuni aspetti che riguardano la condanna alle spese per la costituzione delle parti civili. Lignola, accogliendo la richiesta della procura fiorentina, ha chiesto poi di riqualificare l’accusa all’imputata Daniela Tardani come “violenza di gruppo”, come già era stato nella sentenza di primo grado. Tra i difensori, l’avvocato Bolognini ha insistito sull’estraneità della cooperativa il Forteto (condannata a risarcire le vittime insieme agli imputati), mentre l’avvocato Mazza ha argomentato che il suo assistito Rodolfo Fiesoli non avrebbe goduto del diritto ad un giudice imparziale. Negli altri interventi delle difese si sono toccati i temi del calcolo delle prescrizioni e dell’esclusione di alcuni testimoni invocati dagli avvocati del “profeta” e degli altri imputati. All’udienza di ieri erano presenti anche l’ex presidente della comunità Silvano Montorsi (assolto in appello) e Stefano Pezzati, per anni alla guida della cooperativa Il Forteto (per lui in appello sono arrivate assoluzioni e prescrizioni). Per l’Associazione VIttime c’era invece il presidente Sergio Pietracito.