Il piano “scuole sicure” che prevede videocamere puntate agli ingressi e pattugliamenti delle forze dell’ordine per combattere lo spaccio di droga non convince Ludovico Arte, dirigente scolastico dell’ITT Marco Polo e noto per le sue posizioni contrarie ai controlli di polizia e carabinieri dentro le classi. “Sugli spazi esterni si può aprire una discussione, ma la logica di pensare che la lotta alla droga si fa, lo dico un po’ provocatoriamente, militarizzando la scuola, non mi sembra la strada giusta”. Arte riconosce che il problema dell’uso di sostanze e del loro spaccio esiste, “però non si affronta con l’esasperazione del controllo ma facendo educazione, con figure di aiuto, con psicologi; noi abbiamo degli educatori che durante la ricreazione stanno coi ragazzi all’esterno e riusciamo ad intercettare una serie di situazioni”. “Non sono contrario alla collaborazione con le forze dell’ordine – precisa il preside – qualche volta le abbiamo chiamate pure noi, ma credo che sia sbagliata una loro presenza fissa”. “Un ragazzo di 15 anni che sbaglia non può essere trattato come un criminale. Io non condivido che la scuola si ponga contro il ragazzo cercando di beccarlo quando sbaglia. Un ragazzo che sbaglia deve essere aiutato con logica educativa”.
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