E’ già stato eseguito venerdì scorso il test del dna sul neonato figlio di una 35enne accusata di violenza sessuale su un ragazzino di 15 anni. L’esame, i cui risultati dovrebbero arrivare ad ore, serve per capire se il bambino – legalmente riconosciuto dal marito dell’indagata – sia nato dalla presunta relazione tra l’adolescente e la donna, un’amica di famiglia che dava ripetizioni di inglese al ragazzo. L’indagine della procura di Prato è stata aperta dopo l’esposto della famiglia del 15enne, che si sarebbe confidato con i genitori. Se i rapporti sessuali (anche consenzienti) fossero davvero avvenuti si configurerebbe un reato a carico della donna, poiché per la legge italiana il consenso a 14 o 15 anni non è ritenuto valido se la relazione avviene con una persona a cui il minore è affidato per motivi di istruzione. “I campioni del test – ha detto uno degli avvocati della donna, Mattia Alfano – sono stati eseguiti e i risultati ci saranno in queste ore: la verità dei fatti secondo noi prescinde da questo risultato ed è per questo che abbiamo chiesto che sia sentita subito dagli investigatori”. Proprio stamani l’avvocato Alfano insieme a Massimo Nistri, l’altro legale che assiste la 35enne, ha depositato in procura la richiesta di interrogatorio della donna.