Un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata notificata alla 31enne pratese accusata di atti sessuali con minore. Al centro dell’inchiesta della procura di Prato il caso della relazione intercorsa tra la donna e il 15enne, figlio di un’amica, a cui dava ripetizioni private di inglese. Il test del dna ha confermato che il secondo figlio avuto nei mesi scorsi dalla 31enne è del ragazzo e non del marito, che sarebbe invece indagato per “alterazione di stato”, reato che si applica a chi altera lo stato civile di un neonato. Gli agenti della squadra mobile stamani hanno eseguito una perquisizione nei confronti dei coniugi e nella loro abitazione. Ascolta le prime reazioni dell’avvocato della donna, Mattia Alfano.
In seguito si è appreso che alle 31enne sono contestati tre reati: oltre agli atti sessuali con minore, la stessa fattispecie di reato che viene contestato anche prima che la vittima compisse 14 anni, c’è anche la violenza sessuale per induzione. Secondo quanto ha riferito il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi, infatti, la donna avrebbe minacciato il ragazzino che non voleva più avere rapporti sessuali con lei: gli avrebbe detto, tramite whatsapp, che lei si sarebbe tolta la vita o avrebbe portato il loro figlio nei pressi della scuola che frequenta il ragazzino. Alla base del provvedimento di custodia cautelare in carcere c’è il pericolo di reiterazione del reato e quello di inquinamento delle prove: lo stesso Nicolosi ha spiegato che la donna, nei giorni dell’indagine scattata l’8 marzo scorso, avrebbe tentato nuovi approcci col ragazzo. Inoltre è stata accertata la frequentazione di siti con materiale pedopornografico da parte della 31enne. La perquisizione avvenuta questa mattina in casa dei due coniugi indagati ha riguardato il sequestro di materiali appartenenti ad entrambi.