La sua casa è la strada da più di vent’anni, dopo la morte della moglie: un senzatetto, certo, ma Luca è molto di più, come dimostrano i legami che ha saputo stringere con la gente negli angoli di Firenze che ha abitato. All’inizio in piazza d’Azeglio, il luogo a cui è più legato perché è lì che il padre lavorava come giardiniere del comune di Firenze. E’ questo il posto dove Luca è più conosciuto e dove ha lasciato più ricordi di sé. Ma poi la chiusura dei bagni pubblici e di quella pensilina sotto cui si riparava in caso di pioggia lo hanno costretto al trasloco, prima in piazza Brunelleschi, poi ai giardini di lungarno Santa Rosa dove oggi trascorre le sue giornate. E, nonostante qualche problema in passato con la giustizia per piccoli furti, riesce a farsi voler bene: si dà da fare per tenere pulito, ripara le bici, pota le siepi, offre i suoi disegni per pochi spiccioli e con quelli compra palloncini da regalare ai bambini. Per loro disegna piste in terra con i gessetti e poi gioca con loro alle macchinine, approfittando per insegnare le prime nozioni di educazione stradale. Sul suo banchino non mancano mai giochi e colori per far divertire i più piccoli: “Sono i miei figli”, dice Luca. Il suo giaciglio è sopra dei bancali, per il pranzo arrangia qualcosa con i pochi soldi racimolati durante il giorno, la sera cena in un locale: paga, se gli sono avanzati degli spiccioli, altrimenti si mette a disposizione per le pulizie. A raccontarci la sua storia sono stati Simone e altri cittadini della zona di piazza d’Azeglio, dove Luca vorrebbe ritornare. Ma tutti, dai residenti fino ai volontari della Ronda della Carità, sanno che dopo tanti anni in strada Luca avrebbe bisogno di ben altro: un tetto sulla testa, finalmente. Ascolta dal gr e guarda la videointervista.