Da domani chi andrà in ospedale per una visita o per trovare un parente ricoverato, troverà ad attenderlo l’infermiere che misura la febbre e controlla che non sia raffreddato. Chi avrà sintomi influenzali non potrà passare. E’ quanto stabilito dalla Regione Toscana, che vuole evitare contatti tra persone col coronavirus ancora non diagnosticato e personale sanitario, che in seguito sarebbe costretto a far la quarantena non potendo così lavorare proprio nel momento di massimo sforzo per la sanità.
I NUOVI CASI
Intanto tra ieri sera e oggi i tamponi positivi in Toscana sono raddoppiati arrivando a toccare quota 38 dall’inizio dell’epidemia. I nuovi casi sono 19. Nell’area Firenze-Prato-Pistoia ci sono sei nuovi pazienti. Sono contagiati anche cinque familiari (tre donne, un uomo e un bambino di 11 anni) e un vicino di casa di 86 anni del primo paziente di Chiusi. I parenti vivono tutti a Chiusi, tranne uno che abita in località Acquaviva a Montepulciano. Sono tutti in isolamento domiciliare. Un nuovo caso anche a Nottola, sempre nel comune di Montepulciano. A Pontremoli è risultato positivo al test un cittadino di 76 anni passato dal pronto soccorso cittadino e adesso ricoverato all’ospedale Apuane. L’unità di crisi aziendale ha disposto la sanificazione del pronto soccorso e del reparto di medicina dove è stato ricoverato, sospendendo l’attività per la sola giornata di oggi e attivando la quarantena di personale e pazienti che potrebbero essere stati contagiati. L’uomo vive da solo, si è recato in precedenza anche nella Casa della salute di Pontremoli, sottoposta alle opportune verifiche. A Livorno c’è il caso più grave, quello di un 55enne del posto ricoverato in rianimazione in condizioni critiche ma stazionarie. Anche qui quarantena imposta a tutti gli operatori del pronto soccorso dove si era autonomamente presentato. Sono positive anche due coppie di coniugi che hanno soggiornato in un albergo a Ferrara tra il 21 e il 23 febbraio, entrando in contatto con spagnoli contagiati, in occasione di una manifestazione internazionale di tango: la prima coppia di coniugi sessantenni vive in Valdera, la seconda è formata da due settantenni che risiedono in Val di Cornia. Tutti questi pazienti sono in sorveglianza a casa.
A CACCIA DI POSTI IN TERAPIA INTENSIVA, STOP AGLI INTERVENTI PROGRAMMATI
La sanità toscana si prepara al peggio e cerca di reperire un centinaio di letti in terapia intensiva. Ad oggi ne sono liberi una trentina dei 322 presenti nella Regione. Per aumentare la disponibilità fino ad un centinaio (pari ai letti di terapia intensiva assorbiti oggi in Lombardia dall’emergenza covid-19) Enrico Rossi ha deciso di bloccare gli interventi chirurgici programmati e che possono essere differiti. Di fatto l’attività degli ospedali da domani si ridurrà del 75%. Inoltre nei prossimi giorni saranno recuperati posti di terapia intensiva nelle strutture private. Così si arriverà a circa cento unità. In più da domani la Regione esaminerà la possibilità di rendere disponibili altri posti, attrezzando con ventilatori respiratori alcuni dei 308 letti nelle terapie subintensive.
I CONTAGIATI NON GRAVI STARANNO A CASA
Rossi ha precisato che i ricoveri avverranno soltanto per quei pazienti che mostreranno evidenti necessità, a partire dalle difficoltà respiratorie, mentre per tutti gli altri proseguirà la sorveglianza attiva con i controlli a domicilio. Il governatore ha poi ricordato la procedura da seguire se si teme di aver contratto il coronavirus: non bisogna andare al pronto soccorso ma chiamare il medico di famiglia o il pediatra, che valuterà se avvertire il 118, che invierà il personale per il tampone a domicilio.