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Home Cronaca

Coronavirus, sciopero nel magazzino Amazon di Calenzano

30 Marzo 2020
in Cronaca, Home
Coronavirus, sciopero nel magazzino Amazon di Calenzano

I lavoratori e i corrieri di Amazon hanno incrociato le braccia nel magazzino di Calenzano del gigante dell’e-commerce. Oltre che in Toscana, altre proteste sono in corso proprio oggi in Piemonte, Lazio e Lombardia. Per voce della Filt Cgil, i dipendenti chiedono che siano rispettate le misure per tutelare la sicurezza dei lavoratori siglate a livello nazionale contro il rischio di contagio da coronavirus.

Nello stabilimento di Calenzano, si legge in una nota del sindacato, ogni giorno sono smistati “circa 10mila pacchi (a stragrande maggioranza si tratterebbe di beni non essenziali)” e “girano circa 300 lavoratori (tra i diretti e i corrieri delle ditte in appalto). Questi lavoratori sono preoccupati e vorrebbero ridurre il più possibile i rischi da interferenza in questa emergenza da coronavirus”.

Oltre ad aver richiesto un incontro con l’azienda, il sindacato ha anche chiesto “di aprire da subito nel sito una commissione paritetica con tutte le aziende presenti e il sindacato, per discutere tutti insieme affinché nel sito si organizzi l’attività nella maggior sicurezza possibile” con l’obiettivo di ridurre “immediatamente il numero dell consegne per ogni corriere al giorno, per permettere ai lavoratori di incontrare meno persone”.

Alla protesta in Toscana è arrivato anche il sostegno del sindacato a livello nazionale. Altre proteste sono in corso “negli stabilimenti in Piemonte, Lazio e Lombardia dove sono ancora aperte le vertenze per chiedere che venga garantitala salute e la sicurezza degli addetti e che venga limitata l’attività di consegna ai soli beni essenziali”, scrive la Cgil.

Questa, di contro, la risposta di Amazon:

“Sin dal primo momento, abbiamo lavorato a stretto contatto con le autorità locali per rispondere in modo proattivo alla situazione di emergenza, continuando a garantire il nostro servizio ai clienti e preservando allo stesso tempo la salute e la sicurezza di tutti i nostri dipendenti. In quest’ottica abbiamo introdotto una serie di misure preventive in tutti i nostri centri logistici per salvaguardare i nostri dipendenti ed i dipendenti dei fornitori di servizi: abbiamo aumentato le operazioni di pulizia dei siti, introdotto la distanza di sicurezza minima e richiesto ai corrieri di restare a distanza di almeno un metro dai clienti quando effettuano le consegne.

Stiamo inoltre supportando i fornitori di servizi di consegna nell’igienizzazione dei furgoni dotando giornalmente gli autisti di salviette igienizzanti per la pulizia del volante e delle parti del mezzo che entrano in contatto con le mani e anche di una boccetta di disinfettante per l’igienizzazione delle mani dell’autista stesso.

Così come i clienti utilizzano l’e-commerce come strumento utile ai loro sforzi di distanziamento sociale, anche noi abbiamo adottato misure specifiche di distanziamento all’interno dei nostri siti affinché i nostri dipendenti possano lavorare in sicurezza. La combinazione di questi due elementi ci ha portati a concentrare la nostra capacità disponibile sui prodotti che hanno la massima priorità e, a partire dal 22 marzo, abbiamo smesso temporaneamente di accettare ordini su Amazon.it relativamente a molti prodotti non ritenuti prioritari per i nostri clienti. Questa decisione consente ai nostri dipendenti e ai dipendenti dei fornitori dei servizi di consegna di focalizzarsi sulla ricezione e spedizione di quanto i clienti hanno più bisogno in questo momento.

Il Comitato previsto dal Protocollo del 14 marzo è stato implementato in ogni sito così come richiesto all’art. 13 del Protocollo stesso. Specificamente nel sito di Calenzano si è già tenuto un incontro il 23 marzo e un altro è programmato per il 31 marzo con l’obiettivo di individuare ulteriori processi per il miglioramento della sicurezza del sito e delle persone e valutare l’efficacia delle azioni intraprese. Per quanto concerne le ditte esterne, abbiamo tempestivamente invitato anche loro ad osservare la prescrizione relativa al Protocollo.

Alle misure di cui sopra è stato dato riscontro alle organizzazioni sindacali tramite risposta formale inviate tramite posta certificata in data 28 marzo”. 

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