“Se entrano in centinaia di persone al supermercato, si può far entrare uno studente per volta per fare l’orale”. Il professor Ludovico Arte, dirigente scolastico dell’Itt Marco Polo, difende la necessità di fare l’esame di maturità “in presenza”, e non tramite lo schermo di un computer o di un tablet. Il recente decreto ha stabilito che quest’anno l’esame – a meno di un improbabile ritorno tra i banchi prima del 18 maggio – consisterà in un’unica prova orale. Ma ancora non è chiaro se sarà dal vivo oppure a distanza. “Farlo in presenza avrebbe un altro valore, mi sembra un modo per rispettare di più l’esame e il ragazzo che comunque affronta un rito di passaggio importante”, argomenta il preside. Ma, esame a parte, come sta andando la didattica coi ragazzi a casa? Come se la cavano i professori? “Qualche insegnante esagera nel cercare di fare a distanza le cose che si fanno in presenza, e non è possibile; qualcuno è un po’ scomparso dalla scena; la maggior parte sta cercando un punto di equilibrio”. Arte ha parlato anche della ripresa del prossimo anno scolastico a settembre: è ancora tutt’altro che scontato, infatti, che in autunno l’emergenza covid sia superata. “Escludo che 1500 ragazzi dentro una scuola possano stare con le mascherine, non è praticabile. Per cui o si rientra in classe regolarmente come io credo e spero, o si prosegue con la didattica a distanza”. Far frequentare i ragazzi a turni, come ipotizzato? “E’ complicato, non posso farlo per classi, dovrei farlo forse per lettera… ma è molto complicato organizzarlo”, ragiona il preside. “Io comunque sono fiducioso che a settembre si possa rientrare in classe”.
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