Ci sono gli stranieri senza permesso di soggiorno, i cittadini comunitari non iscritti al servizio sanitario, gli emarginati e i senzatetto: un esercito di circa 1900 persone nel territorio della Città Metropolitana di Firenze, in base alle ultime stime disponibili riportate dalla coordinatrice fiorentina del Medu (medici per i diritti umani) Serena Leoni. Tutte hanno diritto al vaccino anti-covid, che rientra tra le prestazioni sanitarie di base garantite a tutti, regolari e non. Pochi riescono a farlo a causa delle procedure per prenotare la dose. Se le diffidenze personali infatti possono essere superate anche proprio con il paziente lavoro “di strada” dei medici volontari, c’è un ostacolo che al momento resta insormontabile in molte regioni italiane, Toscana compresa: per fissare l’appuntamento per l’iniezione tramite il portale regionale, infatti, serve la tessera sanitaria con il codice fiscale. Ma gli immigrati per accedere alla sanità hanno un altro documento, il tesserino STP (Stranieri temporaneamente presenti) mentre i cittadini europei non iscritti al servizio sanitario nazionale ottengono il tesserino ENI (Europeo non iscritto). Peccato che sul portale non ci si possa iscrivere utilizzando i codici di questi documenti: serve la tessera sanitaria che queste persone non hanno. Di fatto per un limite organizzativo viene negato un diritto riconosciuto anche agli immigrati. Ma ci sono conseguenze anche per la salute pubblica: questi “invisibili”, buco nero della campagna vaccinale, ogni giorno si spostano sul territorio, hanno contatti, salgono sui mezzi pubblici, frequentano luoghi affollati. Far finta di niente può essere una scelta pericolosa.
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