Centoventi: sono i lavoratori (insegnanti, custodi, amministrativi) dell’istituto comprensivo Barsanti di Firenze ai quali ogni mattina il preside Marco Menicatti dovrebbe controllare il green pass. Già, perché al momento, per motivi di privacy, non sembra possibile creare un registro in cui segnare i prof che si sono vaccinati, in modo da non dover ripetere la verfica ogni mattina. Stando così le cose, invece, il dirigente scolastico sarebbe costretto a convocare in anticipo il personale per avere il tempo di scrutare ogni green pass. E come si sostituisce il docente che proprio non vuole saperne di vaccinarsi? E se un supplente non ha ancora il green pass, si può chiamarlo in attesa che si metta in regola? Menicatti propone anche di superare l’obbligo di quarantena per le classi dove è stato trovato un caso positivo.
Non tanto il green pass obbligatorio, quanto piuttosto il trasporto scolastico e le classi pollaio sono i veri ostacoli per la didattica in pandemia secondo Claudio Gaudio, segretario della Cisl Scuola Firenze-Prato. Per non parlare delle pastoie burocratiche in cui anche Gaudio è incappato: dopo aver fatto la prima dose di vaccino, il sindacalista ha preso il covid. Così non ha potuto fare il richiamo ma tra meno di un mese scadranno i 180 giorni di validità del suo green pass e al momento non è chiaro come potrà rinnovarlo.
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