Questo articolo è ripreso dal sito La Nazione


Il reparto produttivo della fucinatura di Arvedi Ast, l’ex Società delle Fucine, è l’unico in Europa a poter realizzare fucinati da 250 tonnellate. Ma li fa di rado e li può trasportare solo per via ferroviaria (peraltro con procedure molto complesse che comportano l’utilizzo di due vagoni e impianti vari) perché i viadotti della provincia e della regione non sono “tarati“ per sorreggere pesi del genere. “Basterebbe questo per rendersi conto di quante opportunità stiamo perdendo, con un mercato importante che viene sfruttato solo in minina parte – così Alessandro Rampiconi, segretario della Fiom Cgil –. La mancanza dell’accordo di programma su Ast congela da un anno e mezzo il piano industriale di Arvedi. L’accordo serve a sciogliere essenzialmente due nodi: il costo dell’energia e la viabilità. Ci sono in ballo investimenti per un miliardo, l’organizzazione produttiva dello stabilimento e i suoi riflessi occupazionali”. “Che la politica non sia allarmata per un ritardo del genere e che le parti sociali siano escluse dal confronto sono situazioni che gridano vendetta – continua Rampiconi –. Non capisco come non si senta il bisogno di convocare un Consiglio comunale straordinario a Terni, coinvolgendo Regione, Provincia, Comuni limitrofi. Mi auguro abbia ragione la governatrice Tesei, che ancora una volta ha dischiarato che l’accordo è alle porte, perché temo che se questo accordo non arriva entro l’anno, l’investimento di un miliardo annunciato da tempo da Arvedi salterà”.

Perché? “Il piano è stato concepito un anno e mezzo fa e andrà necessariamente aggiornato. Strategie e impiantistiche nel comparto siderurgico sono in continua evoluzione. Le stesse strategie industrali attuali sono avvolte nell’incertezza. Lo scorporo del Tubificio e la trasformazione della finitura in un Centro servizi, iniziative che hanno anche una logica industriale, non sono supportate da un piano industriale definito. Un conto è riorganizzare la fabbrica in un contesto chiaro, altro è procedere a singhiozzo”. L’accordo di programma non è importante, quindi, solo per definire gli investimenti? “Ripeto, deve sciogliere due nodi: la viabilità, intanto potenziando i viadotti per il porto Civitavecchia; il costo dell’energia, perché Ast paga tre volte di più dei suoi competitor”E l’azienda? “Arvedi Ast ha le condizioni per spiegare la sua idea di fabbrica e per far assumere alla politica le sue responsabilità. Di questi ritardi è vittima, ma se non si svincola da una situazione del genere, sarà anche carnefice”.

Stefano Cinaglia