Questo articolo è ripreso dal sito La Nazione
EMPOLESE VALDELSA
Un centinaio di infermieri e almeno il doppio, duecento, operatori socio sanitari. Sono le unità di personale che servirebbero sul territorio dell’ex Asl 11 per continuare a garantire i servizi alla collettività e permettere di lavorare con i giusti ritmi e godere dei necessari riposi. Il coordinamento del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, lancia l’allarme. In Toscana mancano all’appello almeno 5mila infermieri, le criticità maggiori sono proprio nell’area dell’Asl Toscana centro con il territorio della Società della salute Empolese Valdarno Valdelsa che patisce le stesse carenze delle aree fiorentina, pratese e pistoiese. “Come organizzazione sindacale – spiega il coordinatore regionale Giampaolo Giannoni – stiamo facendo pressioni a tutti i livelli affinché le anacronistiche normative nazionali sui tetti di spesa che riguardano il personale vengano riviste. Intanto, a livello toscano, la Regione la smetta con questo immobilismo e autorizzi le aziende sanitarie a finalizzare le assunzioni del personale, che attualmente vengono centellinate”.
Dopo la pausa estiva, i nodi sono ’tornati’ al pettine. “Tutti i servizi sono stati riaperti e, data l’ormai cronica scarsità di personale, i sanitari sono costretti a continui rientri per garantire tali servizi. Per far questo le aziende sanitarie ricorrono alle cosiddette prestazioni aggiuntive (rientri nei giorni di riposo, ndr), che finiscono per pesare sui bilanci. Al sindacato sono arrivate segnalazioni di personale infermieristico costretto a lavorare nell’arco della stessa giornata sia la mattina che la notte per coprire i turni, pratica vietata ormai da anni dalla normativa”. Stress, fatica, rischio errore, sono le conseguenze dei ritmi forsennati che il personale è costretto a sostenere. “La situazione più difficile si registra nell’Asl Toscana Centro, dove almeno fino alla fine dell’anno non sono state previste né autorizzate assunzioni di infermieri. Di fatto, all’interno di questa azienda sanitaria, non c’è un presidio ospedaliero né un reparto nel quale le dotazioni organiche siano in linea con quanto previsto e spesso non vengono rinnovati neppure gli interinali, che potrebbero dare un po’ di respiro al personale. Se l’unico rimedio pensato dal governo per arginare questa situazione disastrosa è la detassazione degli straordinari, è del tutto evidente che a Roma non si ha la benché minima contezza della complessità della questione”.
C’è un ultimo aspetto sottolineato dal Nursind toscano, ovvero la scarsa appetibilità del ‘mestiere’: ogni anno il numero degli studenti che si immatricola a infermieristica è sempre più esiguo. Quest’anno il calo è di circa il 10 per cento. Sotto accusa ci sono i carichi di lavoro ritenuti insostenibili, stipendi non adeguati e progressioni di carriera inesistenti. “Tutti aspetti – conclude Giannoni – che non possono che preoccuparci soprattutto in prospettiva, quando a questa scarsità di ‘forze fresche’ si affiancherà il pensionamento di quanti usciranno dal mondo del lavoro per raggiunti limiti di età”.
Irene Puccioni